caffè fa male o bene

Il Caffè fa Male ? Cosa Dicono gli Studi e la Scienza

Il caffè è sicuramente la bevanda più famosa al mondo, per noi italiani è un punto fermo durante la colazione mattutina, del dopo pranzo, dello spuntino e degli incontri tra amici o colleghi di lavoro. Nonostante l’enorme utilizzo, in molti si chiedono però: il caffè fa male?

Sul rapporto tra caffè e salute esistono pareri discordanti e gli esperti si dividono, fondamentalmente, in due filoni.

C’è chi ritiene, infatti, che sia ideale per chi ha bisogno di una carica immediata di energia, per chi necessita di una pausa spezza-fame e chi, invece, mette il veto sul suo consumo in virtù degli effetti negativi che, nel lungo termine, questo provocherebbe in chi lo assume.

La scienza della nutrizione e le numerose ricerche effettuate in questo campo hanno contribuito finalmente a stabilire dei punti certi sulla questione, vediamoli nello specifico.

Cosa può provocare il caffè?

Una delle accuse più spesso mosse nei confronti del caffè è quella di essere dannoso per le arterie. A tal riguardo è interessante citare una recente ricerca della Queen Mary University di Londra che ha sostenuto, analizzando un vasto campione composto da ben 8 mila persone che bevono abitualmente caffè, che il caffè non faccia male alle arterie.

Questa posizione è sostenuta dalla certezza che il caffè non comporti un temuto irrigidimento dei vasi sanguigni e di conseguenza non rappresenta un ostacolo alla circolazione del sangue. Se da un lato il caffè sembra quindi essere scagionato da colpe per quanto riguarda il benessere della circolazione sanguigna, non è possibile dire altrettanto di chi soffre di disturbi d’ansia.

Un autevole e affermato studio del “National Center for Biotechnology Information” ha affermato che la caffeina tende a bloccare la cosiddetta adenosina, da cui dipende la sensazione di stanchezza fisica, innescando nel al tempo stesso il rilascio di adrenalina. Questi due affetti, che aumentano in modo direttamente proporzionale all’incremento della caffeina ingerita, favoriscono la comparsa di stati d’ansia.

Una realtà che è stata confermata anche dallo studio “Neuropsychiatric effects of caffeinedell’università di Cambridge. Per evitare questo problema è importante non superare la dose di caffeina consigliata dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che consite in 400 mg di caffeina al giorno.

La questione della caffeina

Alcuni individui possono essere maggiormente tolleranti di altri nel consumo della caffeina ma in generale gli effetti negativi dipendono sempre da un consumo eccessivo.

La caffeina favorisce il rilascio dell’adrenalina, offrendo così uno sprint energico non indifferente. Di conseguenza è importante cercare di stabilire un confine, talvolta anche soggettivo, tra un utilizzo positivo e produttivo del caffè e uno negativo.

Proprio per questo è necessario prestare attenzione al grado di tollerabilità del proprio corpo, monitorando i sintomi. Naturalmente, visti gli effetti stimolanti che la caffeina ha sul nostro organismo, questa è particolarmente sconsigliata a tutti coloro che soffrono d’insonnia. Questa patologia, infatti, ha in questo alcaloide il proprio miglior alleato, e può causare stati di veglia decisamente fuori scala e mal sopportabili dal nostro organismo.

Anche sotto questo punto di vista le reazioni possono però essere soggettive, tanto che un recente studio pubblicato da alcuni editori statunitensi ha sostenuto una scarsa correlazione tra caffeina e insonnia. Generalmente i medici sconsigliano poi un’eccessiva assunzione di caffeina a cardiopatici ed ipertesi. In questi casi, infatti, la significativa vasodilatazione e l’aumento del ritmo cardiaco potrebbero portare l’organismo al collasso.

A tal riguardo è però interessante notare come al tempo stesso diversi ricercatori abbiano sottolineato come un moderato utilizzo del caffè riduca fino al 15 per cento la probabilità di eventi come infarti e ictus. Inoltre anche nei soggetti che hanno già ha avuto qualche problema a cuore e vasi sanguigni, il consumo di caffè sembra abbassare la mortalità (riduzione del rischio di aterosclerosi alle arterie coronariche)

Infine non sono mai da trascurare altri due organi che potrebbe riportare dei danni a causa del caffè, ovvero lo stomaco e l’intestino. Infatti, il reflusso gastroesofageo è uno dei sintomi maggiormente associati ad un numero eccessivo di espressi. Questa particolare condizione si verifica non a causa di un eccesso di acido, come molti pensano, ma perché la bevanda nera porta ad un eccessivo rilassamento del muscolo che impedisce l’esalazione degli odori e dei fumi legati alla digestione, dando al nostro organismo la stessa sensazione del vomito.

Allo stesso modo il caffè, se assunto in dosi eccessive, può risultare irritante per l’intestino e persino interferire con la corretta formazione del microbioma intestinale. Anche in questo caso però, se assunto con le dovute dosi questi effetti collaterali possono essere evitati e il caffè finisce spesso per favorire anche una buona regolarità intestinale.

Altri composti

Il caffè varia la sua composizione a seconda della miscela (arabica o robusta) ma in genere contiene 1-2 g di caffeina ogni 100 g di polvere di caffè. Una tazzina di caffè espresso classica, preparata con circa 6 g di polvere contiene da 50 a 120 mg di caffeina. Questa differenza dipende dal tipo di miscela utilizzata e dal metodo di preparazione (espresso o moka).

Quando evitare il caffè?

molecola della caffeina

L’istituto Humanitas di Rozzano ha recentemente ricordato che il caffè può interferire anche in modo importante con l’assorbimento di alendronato (farmaco usato per l’osteoporosi) e può ridurre l’efficacia degli integratori a base di ferro. Inoltre gli antibiotici cosiddetti “chinoloni” possono aumentare l’assorbimento della caffeina. Di conseguenza in tutti questi casi è consigliabile chiedere il parere del proprio medico prima di consumare questa bevanda.

Il caffè è poi controindicato per chi soffre di ipertiroidismo e glaucoma o di condizioni mediche che gravano sul corretto funzionamento di:

  • intestino;
  • stomaco;
  • fegato;
  • cuore;
  • reni;
  • pancreas;
  • sistema nervoso.

Non deve essere poi sottovalutato il problema della dipendenza. Un’analisi abbastanza dettagliata suggerisce che, sebbene la caffeina inneschi certe sostanze chimiche del cervello in modo simile alla cocaina e le anfetamine, non provoca la classica dipendenza di questi farmaci.

Tuttavia, può portare ad una dipendenza psicologica o fisica, soprattutto in chi si sottopone a dosaggi elevati. Uno studio è stato effettuato su 16 persone consumatrici di caffeina con quantità tra loro differenti. Quando sono stati sottoposti ad uno stimolo con “prova di parola” dopo aver passato la notte senza assumere caffeina, solo quelli abituati ad un elevato consumo hanno mostrato una reazione di desiderio connesso alle parole contenenti “caffeina”.

Inoltre, la frequenza di assunzione della caffeina sembrerebbe svolgere un ruolo nella dipendenza. In un altro studio, a 213 consumatori di caffeina è stato chiesto di completare dei questionari dopo aver trascorso 16 ore senza che la assumessero. I consumatori abituali hanno avuto i maggior incremento di mal di testa, stanchezza e di altri sintomi da astinenza rispetto ai consumatori occasionali.

Anche se la sostanza non sembra provocare una vera dipendenza, chi assume regolarmente molto caffè o altre bevande con caffeina, sviluppa una buona probabilità di diventare dipendente dagli effetti prodotti dalla caffeina.

Altre informazioni importanti

Per quanto concerne la dipendenza quindi, restare senza caffeina per diverse ore può portare a sintomi psicologici e fisici in quelli che abitualmente ne consumano grandi quantità su base giornaliera. Nel complesso, la caffeina non sembra aumentare il rischio di malattie cardiache o ictus nella maggior parte delle persone (anzi un consumo moderato può avere effetti benefici).

Tuttavia, è stato dimostrato da alcuni studi che un consumo eccessivo può aumentare la pressione sanguigna a causa del suo effetto stimolante sul sistema nervoso. La pressione arteriosa elevata è infatti un fattore di rischio per attacchi cardiaci e ictus perché può danneggiare le arterie nel tempo, limitando il flusso di sangue al cuore e al cervello.

Fortunatamente, l‘effetto della caffeina sulla pressione sanguigna sembra temporaneo. Inoltre, sembra avere un impatto più forte sulle persone che non sono abituate a consumarlo e in chi abusa del consumo di caffè espresso. Inoltre l’elevata assunzione di caffeina ha dimostrato di aumentare la pressione sanguigna durante l’esercizio fisico in persone sane, così come in quelli con pressione lievemente elevata.

Pertanto è fondamentale prestare attenzione al dosaggio della caffeina, specialmente per chi ha già una pressione arteriosa alta.

Riassumendo:

La caffeina sembra aumentare la pressione sanguigna quando consumata ad alte dosi o prima dell’esercizio; così come avviene nelle persone che raramente la assumono.

Ma questo effetto può essere solo temporaneo, quindi è meglio monitorare le proprie reazioni fisiche.

Aumento della frequenza cardiaca

Gli effetti stimolanti dell’elevata concentrazione di caffeina possono portare il tuo cuore a battere più velocemente.

Possono anche portare a un ritmo cardiaco alterato, chiamato fibrillazione atriale ed è stato riscontrato anche nei giovani che consumano bevande energetiche contenenti dosi estremamente elevate di caffeina.

(La fibrillazione atriale, o aritmia è un’alterazione del ritmo cardiaco rende il battito del cuore molto rapido ed irregolare)

Tuttavia, questo effetto non sembra verificarsi in tutti. Infatti, anche alcune persone con problemi cardiaci sembrano essere in grado di tollerare grandi quantità di caffeina senza effetti negativi. In uno studio controllato, quando a 51 pazienti con insufficienza cardiaca è stato chiesto di consumare 100 mg di caffeina all’ora per cinque ore si è potuto verificare che le loro frequenze cardiache e i ritmi sono rimasti normali.

Indipendentemente dai risultati dello studio, se notate cambiamenti nella frequenza cardiaca o nel ritmo dopo aver bevuto bevande contenenti caffeina, è bene considerare di diminuirne l’assunzione oltre che, naturalmente, recarsi dal proprio medico.

Riassumendo:

Grandi dosi di caffeina possono aumentare la frequenza cardiaca o il ritmo in alcune persone. Questi effetti sembrano variare notevolmente da persona a persona. Se li senti, pensa a ridurne l’assunzione.

Fatica

Caffè, tè e altre bevande con caffeina sono noti per aumentare i livelli di energia.

Tuttavia, possono anche avere l’effetto opposto, portando un aumento nella sensazione di affaticamento, come un contraccolpo, quando la caffeina perde di efficacia nel tuo sistema nervoso centrale.

Una rassegna di 41 studi ha scoperto che, anche se le bevande energetiche con la caffeina (gli energy drinks) aumentarono la vigilanza e l’umore per parecchie ore, i soggetti partecipanti sono spesso più stanchi del solito il giorno successivo alla assunzione.

Naturalmente, se continui a bere molta caffeina durante il giorno, puoi evitare questo effetto di rimbalzo, ma questo può influenzare la capacità di dormire.

Per massimizzare i benefici della caffeina sull’energia e per evitare la fatica di rimbalzo, è consigliabile consumarlo in dosi moderate.

Riassumendo:

Anche se la caffeina fornisce energia, può portare alla fatica quando i suoi effetti si esauriscono. Obiettivo per l’assunzione moderata di caffeina per ridurre al minimo la fatica di rimbalzo.

Frequenza urinaria e urgenza

La minzione aumentata è un effetto collaterale comune all’elevata concentrazione di caffeina a causa degli effetti stimolanti del composto sulla vescica.

Avete notato che è necessario urinare frequentemente quando bevi più caffè o tè del solito?

La maggior parte delle ricerche riguardanti gli effetti del composto sulla frequenza urinaria si è concentrata su persone anziane a quelle con problemi alla vescica o incontinenza.

In uno studio su 12 giovani di persone di mezza persone fra i 20 e i 40 anni di età con vesciche iperattive è stato fatto consumare 4,5 mg per chilogrammo di peso corporeo quotidianamente e questo ha fatto registrare un aumento significativo della frequenza urinaria e dell’urgenza.

Per una persona del peso di 58 kg questo equivarrebbe a circa 300 mg di caffeina al giorno.

Inoltre, l’elevata assunzione può aumentare la probabilità di sviluppare l’incontinenza anche nelle persone con vesciche sane.

Un grande studio ha esaminato gli effetti dell’alta concentrazione di caffeina sull’incontinenza in più di 65.000 donne senza incontinenza.

Quelli che consumavano più di 450 mg al giorno avevano un rischio significativamente maggiore di incontinenza rispetto a quelli che consumavano meno di 150 mg al giorno.

Se bevete molte bevande caffeinate e ritenete che la vostra urinazione sia più frequente o urgente di quanto dovrebbe essere, potrebbe essere una buona idea ridurre l’assunzione per vedere se i sintomi migliorano.

Riassumendo:

L’elevata assunzione di caffeina è stata associata ad una maggiore frequenza urinaria e urgenza in diversi studi. Riducendo l’assunzione si può migliorare questi sintomi.

Conclusioni

Una leggera o moderata assunzione di caffeina sembra quindi fornire notevoli benefici per la salute in molte persone, come dimostrato dagli studi pubblicati da vari editori. Il caffè fa male solamente quando dosaggi molto alti possono portano ad effetti collaterali che interferiscono con la vita quotidiana.

Anche se le risposte variano da persona a persona, gli effetti dell’alta assunzione si dimostrano per lo più controproducenti. Per ottenere dei benefici dalla caffeina senza effetti collaterali indesiderati, dobbiamo condurre una valutazione onesta della qualità del nostro sonno, di come il nostro corpo reagisce al cambio dei livelli di energia e di altri fattori e quindi valutare se ridurre l’assunzione quando necessario.

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