caffè d'orzo

Caffè d’orzo: cos’è,proprietà, benefici e controindicazioni

Ospite fisso nei bar italiani, il caffè d’orzo è una bevanda che ormai è diffusa e largamente consumata non solo nel nostro paese ma anche all’estero.

L’origine di tale prodotto risale alla seconda guerra mondiale: in quella così difficile situazione infatti, il costo del classico caffè era lievitato alle stelle diventando praticamente introvabile.  Questo era dovuto a causa dell’embargo a seguito della guerra d’Etiopia e si è dunque pensato di creare un surrogato facile da produrre e decisamente più economico.

Curiosamente, mentre dopo il secondo conflitto mondiale il suo consumo è andato via via riducendosi sul territorio europeo, in Italia la bevanda si è invece gradualmente ritagliata un posto di tutto rispetto nel cuore dei consumatori.

Un spiga d’orzo

L’orzo, in quanto pianta,  ha una origine controversa. Alcuni lo attribuiscono alla regione del  Tibet, mentre altri la identificano in Oriente, più precisamente nell’area compresa nelle attuali Israele, Giordania,Siria e nella parte sud dell’Anatolia. È quasi certo che sia la più antica forma vegetale che l’uomo primitivo abbia iniziato a coltivare circa 10.000 anni fa. Greci e Romani si alimentavano prevalentemente d’orzo (pane e zuppe), e ancora nel I secolo Plinio il Vecchio poteva raccontare che nelle città greche i gladiatori erano alimentati con l’orzo.

Successivamente questo cereale dall’alto potere nutritivo perse la sua centralità alimentare per l’affermarsi del frumento, più adatto alla panificazione (grazie al maggior contenuto di glutine) e più digeribile.

Da necessità a scelta volontaria, il caffè d’orzo è poi progressivamente stato adottato da un gran numero di persone. Motivo? La totale assenza di caffeina è un fattore determinante nella sua diffusione. Prima della distribuzione sul mercato del caffè decaffeinato, l’orzo era infatti una delle poche alternative valide alla regina dei nostri bar, in quanto manteneva quella sensazione appagante di gustare la classica bevanda .

Cos’è il caffè d’orzo e come si prepara

Questa tipologia di bevanda è ottenuta tramite l’infusione di orzo tostato e macinato. A dispetto del nome infatti, non ha nulla a che vedere con il caffè (che, ricordiamolo, è il seme di una pianta, la coffea, della famiglia delle rubiacee) e dunque non contiene la benché minima traccia di caffeina.

Al di là della sua natura totalmente diversa, esistono alcune similitudini che possono accomunare i due prodotti in questione: per esempio, entrambi possono essere preparati utilizzando le classiche caffettiere (moka) o le macchine da espresso, ma anche con il metodo alla turca, ossia portando a ebollizione l’acqua in un contenitore o brik, dalla forma allungata per non disperdere troppo l’aroma e aggiungendo poi l’orzo macinato finemente. Una volta raggiunta la giusta temperatura è pronto per essere consumato (evitando giustamente il residuo della decantazione, usando un semplice colino a maglie strette). 

Per preparare il caffè d’orzo con la moka seguite semplicemente la procedura che utilizzare solitamente: l’importante è ricordarsi di utilizzare una minore quantità di orzo in quanto esso crea una maggiore pressione nella caffettiera.

Come per il caffè classico, vengono comunemente commercializzate capsule o filtri per preparare un prodotto similare a quello proposto nei bar. Va specificato però, che questa modalità di preparazione spesso non sfrutta al meglio l’orzo, considerando che il risultato difficilmente si dimostra gradevole alla vista e difetta anche per quanto riguarda il gusto.

Orziera

Esistono anche delle macchine da caffè appositamente ideate per lavorare esclusivamente con caffè d’orzo e chiamata appunto orziera. Come è facile intuire, offrono una bevanda finale molto più piacevole sia alla vista che al palato.

Infine il caffè d’orzo può essere infuso in acqua precedentemente portata ad ebollizione per qualche minuto. In questo caso bisognerà poi filtrare il caffè ottenuto che avrà però un colore più chiaro ed un sapore più leggero del solito.

Va comunque puntualizzato come il caffè d’orzo venga però in molti casi consumato a livello casalingo tramite estratti in polvere solubili disciolti nell’acqua calda o con il macinato col metodo “alla turca” sopra specificato.

Un’utilizzo meno comune ma comunque possibile, è quello del cappuccino che risulterà però più dolce di quello a cui siamo abituati. Se a casa avete un montalatte sentitevi liberi di provare.

Le proprietà del caffè d’orzo

Se la già citata assenza di caffeina risulta una delle proprietà del caffè d’orzo che ne hanno decretato il successo commerciale, non vanno dimenticati anche i numerosi altri vantaggi a livello di salute che il consumo regolare di questa bevanda comporta. D’altronde, se dovessimo imputare alla caffeina il motivo di una eventuale scelta, basterebbe usare in sostituzione dell’arabica o delle altre qualità, la Charrieriana che ne è sprovvista totalmente.

Risulta infatti noto che assumere regolarmente l’orzo tostato nei diversi procedimenti, come decotto, se preparato alla maniera del normale caffè o semplicemente sciogliendo la polvere solubile in acqua calda, favorisce il controllo del glucosio nel sangue. Non ha quindi avvertenze per chi soffre di diabete. L’assenza di colesterolo poi, fa dell’orzo la bevanda più indicata per persone che soffrono di problemi alimentari o comunque legati al metabolismo.

orzo in tazzina

Oltre alle proprietà antinfiammatorie e antisettiche che caratterizzano il cereale in questione, non sono da sottovalutare i vantaggi a livello digestivo e l’effetto antiossidante. A dispetto del caffè tradizionale poi, va ricordato che l’orzo ha un effetto benefico per quanto riguarda la regolarizzazione delle funzioni intestinali, risultando un’arma vincente per chi lotta quotidianamente contro la stitichezza.

La presenza nel cereale in questione di ferro ne fa la bevanda ideale per anemici, senza contare l’apporto di sali minerali.

Valori nutrizionali

Soffermandoci maggiormente nello specifico per quanto riguarda le sostanze contenute in questa tipologia di bevanda, possiamo calcolare che in 100 grammi di caffè d’orzo puro (e non preparato) sono presenti:

  • 80 gr di carboidrati
  • 5 gr di proteine varie
  • 3 gr di lipidi
  • potassio, fosforo, calcio, ferro e zinco quantità minori

Il tutto per un apporto calorico di circa 350 kilocalorie. Per preparare un caffè ne bastano però circa 15 grammi, uniti a 250ml d’acqua che ammontano a circa 52 kilocalorie.

A causa della sua natura più salutare rispetto al classico caffè, è consigliato il suo consumo in sostituzione di esso durante le gravidanze.

In questa fase così delicata nella vita di una donna, assumere il comune caffè può causare aborti spontanei o comunque problemi alla crescita del feto. Anche in questo caso, il consumo moderato di caffè d’orzo può costituire una valida alternativa a chi non vuole privarsi del rito tanto caro a noi italiani.

Si è parlato di moderazione non a caso in quanto anche questo prodotto (a determinate condizioni) può essere dannoso per il nostro fisico.

Per non vanificare gli effetti benefici del prodotto però, va poi fatta anche grande attenzione per quanto riguarda la dolcificazione. Naturalmente è da evitare, per quanto possibile lo zucchero elaborato così come i dolcificanti artificiali come l’aspartame: se possibile, è consigliato l’utilizzo di miele, latte o zucchero di canna.

Ad oggi possiamo considerare tranquillamente come dolcificante naturale anche la Stevia rebaudiana, che si trova normalmente in commercio sotto forma di polvere, dopo un periodo in cui le industrie di aspartame avevano osteggiato in modo duro questa pianta, ma questo non è l’argomento che stiamo trattando e non ci inoltreremo più a lungo.

Il caffè d’orzo fa male? Le controindicazioni

Naturalmente, a dispetto degli effetti benefici sopracitati, bere in modo eccessivo caffè d’orzo può far male.

Pur trattandosi di una bevanda dalle molteplici proprietà salutari ed energetiche indiscusse, esagerare può causare danni alla salute a causa della presenza di acrilamide. Questa è una sostanza tossica individuabile generalmente in tutti gli alimenti che hanno subito un processo di tostatura. La polvere solubile poi, contiene una percentuale ancora maggiore di tale sostanza: in questo caso si consiglia di consumare una sola tazza al giorno per non andare a creare, sul lungo termine, problemi di salute.

Non solo, si tratta di una tipologia di alimento che contiene glutine e quindi risulta inadatta ai soggetti celiaci: il consiglio per chi è allergico o anche intollerante in modo non eccessivo è di evitarne il consumo.

Come si ottiene il caffè d’orzo

Per preparare il caffè d’orzo a casa, o anche nelle aziende produttrici, bisogna andare incontro a due fasi, tostatura e macinatura. Vediamole in dettaglio.

Tostatura

La procedura che porta dal cereale alla nota bevanda, passa inesorabilmente tramite la tostatura. Questo particolare processo si può svolgere in tre modi diversi.

  • tramite forno portato a 170-180 gradi
  • con l’impiego di un tostacaffè domestico o professionale
  • tramite una comune padella, di fatto “cuocendo” con fuoco basso i chicchi in maniera uniforme
Chicci d’orzo dopo la tostatura

In tutte e tre le prassi, l’orzo non deve bruciarsi o fumare, ma assumere una colorazione ambrata ed uniforme, per ottenere ciò è d’uso scuotere leggermente i chicchi affinchè tutta la superficie venga a contatto con la sorgente di calore.

Macinatura

Una volta tostati, i chicchi vengono passati nel macinacaffè per ottenere una polvere fine, utilizzata poi come prodotto solubile o, eventualmente, per la realizzazione di capsule o altre sistemi simili per consentire il consumo tramite macchine del caffè.

Ottenuta la polvere, è bene ricordare come calore e umidità sono i principali nemici del preparato ottenuto. Pertanto se si è proceduto artigianalmente in casa, è consigliabile non eccedere nelle quantità, in modo da usarla in un periodo temporale limitato.

Una curiosità che forse pochi conoscono è che un metodo quasi analogo chiamato “maltazione”, ovvero l’essiccazione dell’orzo e la successiva tostatura in fase di germinazione. Il risultato di tale operazione, viene usato nella produzione della birra, (chiaramente con l’aggiunta di altre erbe) e del whisky di malto.

In conclusione

A fronte dei numerosi benefici alla salute, il caffè d’orzo si propone come un prodotto che è più di un semplice surrogato del caffè classico. A dire la verità, con questo alimento, ha decisamente poco in comune. L’assenza di caffeina e le controindicazioni minime, hanno fatto di questa bevanda un prodotto salutare e adatto praticamente a tutte le tipologie di persone.

Un discorso va fatto per quanto riguarda il gusto: in questo caso entrano in gioco le percezioni gustative personali e su questo vi è poco da argomentare. Chi ama il caffè infatti, spesso non trova piacevole allo stesso modo la degustazione dell’orzo.

Ciò è dovuto al fatto che si tratta di due prodotti estremamente diversi, anche se preparati entrambi tramite tostatura. La differenza tra la pianta di caffè e il cereale infatti, si traduce in sapori totalmente diversi che hanno ben poco da spartire. Ciò non toglie che una crescente moltitudine di italiani abbia compreso quanto le proprietà che derivano dall’assunzione di questo siano vantaggiose per la nostra salute. 

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